caro diario

A volte ritornano

Mi sono detta, rimetti mano al blog, ma mica lo so da dove partire, perché ricominciare da dove ci eravamo lasciati più o meno un anno fa, é complicato.

Perché complicato? Perché questo sarebbe dovuto essere l’anno della svolta, l’anno in cui il blog avrebbe avuto senso, perché vi avrei raccontato le vicissitudini di quella ragazza che sognava di vivere al mare e finalmente realizzava il suo sogno.

Purtroppo però le cose sono andate diversamente, mi sono trasferita certo, ma nel bel mezzo di una pandemia, il che ha complicato enormemente le cose, sia per quanto riguarda le varie prassi dei documenti da ottenere, cosa di cui senz’altro avrei voluto parlarvi, sia per quanto concerne la libertà di muoversi senza paura e conoscere davvero la mia nuova casa.

In questi mesi, così come voi, mi sono sparata quarantene, coprifuoco di dubbia utilità e per non farmi mancare nulla, pure un tampone per il compleanno con tanto di isolamento fiduciario fino all’esito, per fortuna negativo.

Insomma non avevo nulla di particolare da raccontare perché in questo 2020 non ha avuto molta importanza il luogo in cui ci si trovava, ci siamo trovati tutti sulla stessa barca che sembra fare acqua da tutte le parti.

Mi sono sentita senza ispirazione per mesi, perché gli stimoli da smartphone non mi bastavano, al tempo stesso volevo andare avanti almeno con il pensiero, così mi sono iscritta ad innumerevoli corsi per migliorare la mia preparazione, senza prendere parte alla famosissima saga delle dirette di Instagram dove spesso ci si riempiva la bocca del niente più totale.

Sentivo di dover rimanere concentrata e mi sentivo in obbligo di rimanere quella persona, che pur stando sui social, non doveva intasarli con la sua presenza se non aveva nulla da dire, senza contare che in determinati momenti è davvero meglio tacere.

Sono stata triste, arrabbiata, speranzosa, nostalgica, a tratti felice, poi ancora annoiata e al tempo stesso stremata dalla mia testa che di fermarsi non ne voleva sapere.

Nella mia testa ho viaggiato tante di quelle volte da ritenermi fortunata di non dover pagare il biglietto.

La verità è che quando cambi vita all’inizio tutto ciò che vuoi sapere è che in qualsiasi momento tu ne senta il bisogno puoi tornare, era questo che mi ripetevo il 16 febbraio quando ho comprato quel biglietto di sola andata per me e Luna.

Poi la pandemia e la malattia di Luna hanno infranto le nostre speranze, ma oggi non voglio essere triste, oggi realizzo il buon proposito di tornare su queste pagine per dare un senso a questo spazio per cui in questi anni ho lottato così tanto.

Voglio darmi di nuovo la possibilità di raccontarmi perché ne ho scoperto l’urgenza.

Stavolta torno presto, lo prometto!

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caro diario

I pipponi di fine anno

Avevo detto che non avrei fatto bilanci, pensavo mi facesse stare male, invece ho iniziato a scrivere e non mi sono più fermata, e allora mi sono detta “vediamo dove mi porta”.

Il 2019 è stato mio amico fino al mio compleanno poi ha deciso che dovevamo litigare e che io dovessi iniziare a somatizzare tutto ciò che non andava come preventivato, è stata dura combattere contro me stessa, è stata dura sentirmi addosso tanta pressione, è stata dura perdere Ettore e sentire di averlo trascurato per qualcosa di grande che avrebbe dovuto comprendere anche lui.

Sto cercando faticosamente di riprendere il controllo sui miei stati d’animo, sto cercando di essere paziente e di non arrabbiarmi con me stessa perché non riesco più a far fronte all’ansia, perché non ho mai lasciato che l’ansia prendesse il sopravvento e invece ora ci devo coesistere.

Mi ripeto che devo essere indulgente perché ho fatto così tanti passi che non credevo sarei stata in grado di fare, ho lasciato un lavoro a tempo indeterminato per buttarmi in un mondo che ho scelto e voluto fortemente, ho studiato, fatto corsi, non smetto mai di documentarmi perché siamo in continua evoluzione.

Ho percorso a ritroso i passi del mio destino, salutando luoghi per sentirmi più vicina a chi non c’è più.

Ho organizzato il matrimonio, ovviamente non da sola, ma nessuno di noi due aveva idea di come si facesse, da dove si partisse, eppure ce l’abbiamo fatta ed è stato tutto bellissimo, meglio di come avevamo immaginato, perché quello che conta è solo l’amore. Io comunque continuo a consigliare una wedding planner perché organizzare un matrimonio è davvero un’impresa mai finita fino al giorno prima.

Ho visto posti che non pensavo potessero esistere davvero, li ho assaporati, osservati e mi sono sentita parte di un mondo bellissimo.

Ho cominciato a realizzare che forse per chi ha trovato il suo posto nel mondo è il mondo stesso ad essere casa, e questo pensiero mi ha aiutata ad affrontare il passo più difficile, quello ancora incompleto, in via di definizione, lavori in corso.

Certo l’ansia non ha aiutato a superare gli ultimi due capitoli di questo 2019, ma ho la fortuna di essere una persona estremamente razionale che si rende conto di aver dato tutto e di essere stremata.

Quando parlo con alcune persone mi sento dire “va beh ma dai vai a vivere al caldo starai benissimo e poi hai smesso di lavorare a giugno come puoi essere stressata, hai viaggiato”

E allora ho deciso di spiegare una volta per tutte, che no non ho smesso di lavorare a giugno, ho solo smesso di fare due lavori, ma io lavoro tutti i giorni, anche il sabato e la domenica.

Vado a vivere al mare al caldo e non vedo l’ora, ma la mia famiglia e i miei amici rimangono a 4000 km da me e non sarà facile, come non è stato facile trovare la nostra casa, sbrigare tutta la burocrazia in un altro paese con un’altra lingua.

Ho viaggiato, si tante di quelle volte che vorrei solo fermarmi e smettere di prendere aerei ogni 15 gg quando va bene.

Vorrei dire a queste persone che il solo fatto di aver avuto il coraggio di cambiare la mia vita meriterebbe comprensione, ma non importa.

Forse non mi importa di quelle persone.

Ora mi importa della nostra famiglia e dei passi che mancano per la realizzazione del nostro futuro, il bello deve ancora venire.

E forse proprio per questo avrò il fantasma del 2019 ancora con me per almeno un mese e mezzo, ma non importa perché siamo noi a fare la differenza e io mi impegnerò per far capire al mio corpo che potremo riposarci appena finito.

Ci prenderemo un tè in terrazza guardando il mare ogni mattina e sarà lì che avrò fatto pace con la mia ansia.

Manca poco, nel frattempo saluto il 2019 come una scatola piena di cose farebbe, una scatola piena di cose da cui ripartire.

Non potevo essere più onesta di così e continuo a ripetermi, a volte anche a voce alta, che andrà tutto bene.

Grazie a chi c’è stato fisicamente o solo con il pensiero, grazie a chi si è preso cura di me, ma sono sicura che i miei grazie arriveranno a chi devono arrivare.

Ovviamente ho avuto buona compagnia per tutto il viaggio e molto amore.

Grazie per aver letto fino a qui ❤️

caro diario

18 giorni…

Come al solito non so dare un titolo e quindi il mio countdown torna utile a qualcosa di diverso dal farmi venire ansia, che poi fosse vero.

L’ansia è arrivata decisa e puntuale portando con se fame (atavica e no, non sono incinta.), una strana irritazione all’occhio sinistro (che ho deciso essere sindrome dell’occhio secco, anche se brucia a tratti come una congiuntivite, ma no secrezioni no party cit. Wikipedia) e ultimo ma non ultimo un triplo herpes labiale che mi fa sembrare la sorella illegittima della Lecciso.

Dimenticavo i brufoletti sul mento stile pubertà che curerò con la luce liquida (grazie estetista cinica probabilmente non leggerai, ma ti si fa pubblicità pure sul blog).

Bollettino medico/estetico a parte mancano 18 giorni al matrimonio e ci sono ancora diverse cose da fare, e quando dico diverse significa molte, troppe 😂 ma quanto meno i tavoli sono più o meno fatti senza troppe tragedie e di questo dobbiamo andare fieri. Comunque rimane un compito ingrato fare i tavoli. Quindi se stai per sposarti organizza una grigliata a buffet in un parco 😂.

Devo ficcarmi in testa che per quanto io voglia cercare di accontentare tutti, non sarà possibile e che comunque non abbiamo scelto un menu da 18 portate della durata di 8 ore, perciò possiamo sopravvivere tutti.

Posso svegliarmi in Polinesia? No, scherzo! Che poi sembra che non voglia sposarmi, sono sempre più convinta che non ci sia altra persona al mondo con cui vorrei condividere la vita e ogni passo verso i cambiamenti che ci aspettano.

Qualche anno fa nemmeno potevo immaginare tutto questo, non ne ero in grado, non pensavo di meritare di essere felice e avevo paura, troppa per capire che avrei dovuto solamente essere me stessa e il resto sarebbe arrivato.

Chi l’avrebbe mai detto? Di sicuro non io, ma l’amore è la cura, sempre e per ogni cosa.

Ps: ora lamentate la mia latitanza, ma dal 14 ottobre vi lamenterete del contrario, sappiatelo ❤️

caro diario

A volte ritornano

Una parola: imperdonabile!

So di esserlo, lo sono, anzi lo sono stata.

Lo sono stata perché ho deciso di aprirmi oggi, perché condividere i miei blocchi può farmi bene e mi può aiutare a superarli.

Ho creato questo blog per condividere la storia di un viaggio, il mio. Quindi scrivevo articoli nell’attesa di poterne davvero parlare di questo momento della mia vita, ma ora è diverso.

Perché? Perché sono nel mio periodo blocco, quando qualcosa mi piace visceralmente divento altalenante e come era successo per la musica è successo per la scrittura.

E mi giustifico dicendo che manca un mese al mio Matrimonio e che non posso costringermi a fare qualcosa che non mi va, che sarà colpa dell’ansia, perché chi non ne avrebbe se si sposa e poi si trasferisce?

Ma per un istante mi sono resa conto che stavo mentendo, è solo più facile non cercare di sviscerare come mi sento, è meno faticoso e doloroso a tratti. E ho deciso di avere coraggio.

Sono felice, per la prima volta nella mia vita credo di aver capito a spanne il concetto. Elettrizzata dal futuro, curiosa e pronta a buttarmi e ad abbracciare i miei progetti, quelli scritti sull’agenda verde acqua. Ma anche i progetti scritti su quella bianca e verde, quelli che riguardano la famiglia (no, non sto parlando di bambini).

Al tempo stesso, appunto manca un mese al matrimonio, il che implica dover sbrigare le ultime “rotture” perché parliamoci chiaro le ultime cose sono le più pesanti da organizzare, è il momento in cui rimpiangi di non esserti rivolta ad una wedding planner. Quel momento in cui davvero, non vedi l’ora che arrivi quel giorno goderti solo la festa.

Sto vivendo dei cambiamenti in una fase di stallo, che è strano a dirsi, ma è esattamente così, ho lasciato il lavoro ormai da qualche mese e sto cercando di trovare la giusta modalità per essere il capo di me stessa e devo ammettere che è meno facile di quanto immaginassi. E non sono neppure un capo indulgente.

Quindi nulla, sto cercando di imparare ad essere il mio capo mentre organizzo un matrimonio (ovviamente non sono sola, eh non mi partite coi pipponi “ma lui ti deve aiutare” ci siamo divisi i compiti e i miei e sono più duri 😂 del resto sono donna😂) , sistemo burocrazia, studio lo spagnolo, faccio un corso di approfondimento per Instagram e cerco di esserci attivamente per costruire la base del mio futuro. 2 robe proprio 😂.

Però la verità qui la posso dire, perché è una specie di diario. La verità è che il tempo passa velocemente e io me la faccio addosso 😂😂 non letteralmente. No dai. Ci riprovo.

La verità è che tra pochi mesi sarò a quasi quattromila km e certe persone mi mancheranno profondamente e quindi mi mancano già ora anche se sono ancora qui. Ma vedete che schifo di concetto, avrei dovuto spiegare?

Ora ho capito che invece ho bisogno di scrivere per stare meglio e quindi vi autorizzo a tartassarmi se non mi vedrete passare di qui almeno una volta alla settimana. Giuro.

Dopo questo sproloquio, vado a fare la prode aiuto chef e vi auguro buona serata 💕

caro diario

Il primo post del 2019 o il primo viaggio

Mi sono accorta solo ora di aver promesso un sacco di volte un articolo nel 2019, ma di non averlo mai scritto, quindi questo sarà il primo.

(Meglio tardi che mai è solo il 10 Febbraio 😂)

Come accennavo un paio di giorni fa sull’instagram non sono nemmeno stata in grado di definire la classica parola chiave dell’anno, un po’ per l’estrema mancanza di dono della sintesi e un po’ per una forte indecisione nella scelta tra due parole AMORE e VIAGGIO.

L’amore del resto è stata negli ultimi quattro anni (esattamente dal 15 febbraio) la parola d’ordine dei miei giorni, ma anche la FORTUNA ne è complice, perché si, per l’amore ci vuole anche un pizzico di fortuna. Ma quest’anno è comunque l’anno del coronamento, o almeno così si dice del matrimonio. Chi mi conosce, o ha imparato a farlo da queste righe, sa che non sono la classica ragazza che pianifica il proprio matrimonio fin da bambina, forse addirittura non ci avevo mai pensato, eppure ora mi sembra così giusto perché siamo noi, forse nel nostro caso inizi a pensarci nel momento giusto con la persona giusta.

Tutto questo sproloquio per dire che forse la parola dovrebbe essere AMORE, ma allo stesso tempo il 2019 è l’anno del viaggio e stavolta non metaforicamente per trovare una me stessa nascosta chissà dove (mi accontento delle mie “me” già ritrovate che fanno molta fatica a trovare accordo tra loro 😂), ma proprio del viaggio vero, con le valigie.

Mi piacerebbe dire valigie cariche di sogni (fa un sacco figo scrivere queste cose metafisiche), ma mentirei perché saranno cariche di vestiti che poi nemmeno indosserò, come sempre del resto 😂.

Saranno viaggi di sopralluoghi e di scoperte, alcuni unici e irripetibili e altri ricorrenti, ma sempre bellissimi, perché viaggiare riempie gli occhi e l’anima.

Dal primo viaggio sono rientrata da qualche giorno, dovevo raccogliere i pensieri e superare il rientro prima di scriverne, ma credo di essere pronta, ovviamente non sarà un resoconto del viaggio a tappe, perché non sono una travel blogger, io sono una di quelle sentimentali che parla dei luoghi in riferimento ai sentimenti e alle emozioni, insomma una romantica per farla breve.

In origine questo doveva essere un viaggio con le donne della mia famiglia, il viaggio che io, mia mamma e mia sorella non avevamo mai fatto insieme, non da adulte almeno. La meta ovviamente era stata scelta in base alla necessità (più mia) di tranquillizzarle in merito alla mie scelte di vita (ormai non troppo lontane) date da quella classica preoccupazione del “per lo meno vedono che andrò a stare bene” 😂

Purtroppo mia sorella non è potuta venire, lei ha una dedizione al lavoro invidiabile che non sono mai riuscita ad avere in nessuno dei posti lavoro che ho cambiato in questi 15 anni, ho sempre invidiato chi ha trovato la propria strada e giustamente quando l’hai trovata i sacrifici li fai, senza che ti sembrino tali. (Ma questo è un altro discorso e io divago troppo)

Quindi io e mia mamma siamo partite per Tenerife, io con qualche ansia e qualche valigia (piena di vestiti mai indossati 😂). Parlo di un’ ansia da prestazione dovuta al fatto di dovermela cavare senza aiuti, l’idea di guidare una macchina non mia in un paese straniero (chi mi conosce sa che io guido sempre, ma mai le macchine degli “altri”), di dovermi arrangiare con uno spagnolo arrabattato e organizzare una sorta di itinerario.

Tutte le mie ansie sono state vinte per merito di motivazioni più profonde, e ne vado piuttosto fiera, perché ho superato le mie paure per cercare di regalare a mia mamma un viaggio da ricordare, il primo insieme su quest’isola, volevo che avesse una buona impressione e degli ottimi ricordi.

Questo viaggio mi ha insegnato più di quanto sperassi, sia nel conoscere e superare i miei limiti, sia nel rapporto con mia mamma, un rapporto che è sicuramente migliorato in questi anni, da quando non siamo costrette a stare insieme, ma scegliamo il tempo da dedicarci.

E la mia futura “casa” si è dimostrata bella e accogliente, calda e confortevole e il fatto di averla condivisa me l’ha fatta amare ancora di più. Un po’ come avessi bisogno dell’approvazione 😂.

Insomma alla fine in un viaggio per me sono importanti i sentimenti e quindi torniamo ancora all’amore.

Ecco perché alla fine non sceglierò tra AMORE e VIAGGIO, ma li abbraccerò entrambi.

❤️

caro diario

… non per tutto questo tempo…

Oggi mi sono detta che era ora di scrivere qualcosa quaggiù, nei meandri di WordPress, perché manco da troppo, mi manco da troppo.

Chi mi conosce sa che ci sono periodi in cui mi isolo da me stessa, mi spengo perché conosco i comandi per disinnescarmi, è tendenzialmente lo faccio per il mio bene.

Non so quanto tutto questo sia un modo sano per affrontare la vita, ma mi aiuta a stare a galla e a non darmi troppa importanza in quei momenti dove vorrei solo urlare e andarmene il più lontano possibile da quasi tutto.

Non è mai stato facile essere me perché non ho mai saputo vivere con leggerezza, che in fondo è una delle cose che mi fa sentire profondamente fiera di me stessa, ma mi toglie così tante energie.

Non sono capace di lasciarmi scivolare i fatti, i giudizi e le decisioni altrui, la frase “fregatene” con me non hai mai funzionato, anzi mi fa incazzare.

E allora ho imparato a far tacere me stessa, quando è troppo e sclererei, ma ora non si può, stacco la spina, smetto semplicemente di essere consapevole e attacco la modalità “navigatore automatico-funzionalità base”.

Solo chi mi conosce sa che non sono del tutto io e aspetta che io possa tornare a sopportare e sopportarmi, perché non sono indulgente tanto meno con me stessa, chi mi conosce attende che passi.

Mi sento in attesa del mio vero futuro e bloccata allo stesso tempo in quella che so di non essere la mia vita, vivo già di mancanze e di sindromi da distacco precoce, perché ci sono persone che mi mancheranno da togliere il fiato e altre che ho già perso qui, anche se può non sembrare.

Mi ripeto che devo ritrovare la pazienza, ma non fa parte di me ultimamente, perciò ho deciso che vivrò tutto come Luisa senza spegnere nulla, perché forse il fatto di spegnersi giova più agli altri che a me e nel 2018 ho imparato che non sono fatta per compiacere gli altri.

Si avvicina l’anno più importante della mia vita e io sarò presente con vigore.

E prometto di non censurarmi più o per lo meno non per tutto questo tempo.

caro diario

Quando l’articolo che devi scrivere è un altro.

È tutto il giorno che temporeggio, ho due/tre articoli scritti su carta straccia con una pessima calligrafia da pubblicare, ma non ero e non sono in vena per nessuno di loro.

Questo periodo è molto strano per me, alterno momenti di massima euforia ed emozione a momenti di stanchezza e massimo sconforto. Sento che dovrebbe essere tutto facile, ma sembra sempre più difficile, come se mi imbattessi continuamente in ostacoli, sbattimenti e delusioni.

Mi sono convinta che deve essere così, che il mio ultimo anno in Italia debba fare in modo che io non ne senta affatto la mancanza, che poi non sarà mai così.

Si, mi piace lanciare delle bombe con noncuranza e proseguire il discorso, ma credo sia doveroso spiegare a voi che leggete queste righe questo progetto di vita, perché questo blog è nato principalmente per questo, per accompagnare il viaggio, per documentare la strada e non perdere il segno.

Qualche mese fa, non senza preoccupazioni e molti dubbi, io e il mio compagno abbiamo deciso di provare a costruirci una nuova vita in un’ isola a 4000 km dove è primavera (quella calda) tutto l’anno, dove c’è pure l’oceano e un vulcano.

A gennaio 2020 ci trasferiremo a Tenerife, probabilmente a Santa Cruz, ma per i dettagli abbiamo tempo, anche se organizzare un matrimonio, un trasferimento, avviare un’ idea di business, imparare una nuova lingua e lavorare è molto impegnativo, ecco perché ogni tanto sono latitante.

La nuova direzione per questo blog è affrontare questo cammino con me, oltre a parlare delle solite cose, vorrei portarvi con me e condividere questo viaggio, anche per vivermelo più a fondo, con più consapevolezza. Nulla è facile da affrontare, i cambiamenti spaventano, ma mettere tutto nero su bianco aiuta anche a focalizzare.

Il motivo? I motivi? Sono svariati partendo da quello più scontato e più ovvio ovvero che ho sempre sognato di vivere al mare, ma so che detta così sembra banale, in realtà abbiamo voglia di provare a vivere una vita diversa, lontana da questi ritmi, lontana da curriculum vincolanti, lontana dal portarsi il lavoro a casa, ma lavorando da casa, lavorando per noi stessi e per il nostro futuro, prendendoci il nostro tempo, godendo del nostro tempo.

Anche questo sembra forse un po’ riduttivo, cosa ci può essere di riduttivo nell’ ammettere che siamo molto felici, ma forse saremmo molto più felici a provare a realizzare dei sogni, pur avendo sempre i piedi per terra?

Diariodiunascappatadicasa è molto più che un blog per me, è una scommessa su me stessa, è la mia idea di futuro e il futuro al tempo stesso, è nata per accompagnare ed essere questo viaggio, per conoscermi e per creare un mondo tutto mio e invitarci delle persone.

Ci sono moltissime idee, tantissimi progetti, che da domani voglio iniziare a raccontare, stasera è tardi e ho sganciato la bomba più grossa, una delle più grosse.

Ora che ho svelato questo segreto, sarà tutto più semplice, perché parlarne lo fa sentire più vero e più vicino ma anche più doloroso da un certo punto di vista, non è facile lasciare la propria famiglia, la proprie amicizie e la propria città, perché non smetteranno mai di mancarci, ma so che forse certi legami si rafforzeranno e capiremo cosa è davvero importante e chi.

Tutto questo è una sfida e io voglio giocare a credere in me stessa, perché si inizia giocando e poi forse ci si crede davvero.

Ho altri articoli da pubblicare, ma quello che davvero volevo dire era questo, in tutta la sua semplicità, senza pensare troppo e alla rinfusa, spero non siate delusi, ho pensato molto a come dare la notizia, ci ho pensato talmente tanto che alla fine ho pensato di farlo così come veniva. E sono già un po’ più felice.

Buonanotte

caro diario

Pensieri e parole

Scusate per il solito titolo incerto e a casaccio, quando finirò il mio romanzo avrò certamente bisogno di qualcuno che mi aiuti con i titoletti dei capitoli, ma non credo proprio sarà a breve.

Si, ho un manoscritto che tengo gelosamente chiuso nella mia auto da 4 anni, è lì nel vano del cruscotto incompiuto, prima o poi verrà il momento di dargli un finale, quello merita.

Non so se sarà un capolavoro o se lo leggeranno 2 persone, parenti esclusi, e penseranno che fa schifo, sicuramente però la storia è vera e sentita.

Quando ho comprato quel quadernino di hello kitty, in una vecchia edicola a Pietra Ligure durante una delle mie vacanze in solitaria, sapevo già che non avrei scritto i soliti pensieri disordinati di una persona reduce da una dolorosa fine di rapporto amoroso.

Il tempo di arrivare a casa a piedi e l’incipit c’era già come se fosse stato scritto direttamente da un flusso di coscienza, senza che me ne rendessi conto, e poi sono nati i primi capitoli, sulla carta scritti a zampa di gallina come piace a me.

È stato facile trovare le parole, è facile quando parli di te stesso, è facile quando la storia è tua, ma allo stesso tempo doloroso e terapeutico, scrivendo su quel quadernino mi sono liberata del passato e reagito nel presente.

Ora credo di dover trovare un finale e mi sento in dovere di garantire un futuro a quelle parole, quelle mi hanno salvata, resa forte e grande.

Stavolta i progetti sono così grandi e così belli in prospettiva che non mi fanno più paura, non mi sento più la ragazza impaurita davanti al mare, il mare lo porto dentro e presto sarà intorno a me.

E continuerò a scriverne ❤️

Forse su un altro quadernino, comprato sulla Isla.

Attualità, caro diario, sociale

Indignazione di pausa pranzo

Sono sempre meno brava con i titoli, ma perdonatemi questo ha qualcosa che mi piace, credo il suono. Lo ammetto un po’ sto impazzendo, ma non lo nascondo e abbraccio il mio destino, ma non sono probabilmente l’unica su questa via.

Non penso che sarà nulla di nuovo, rispetto a quello che siamo abituati a leggere ogni giorno riguardo la discriminazione qualsiasi essa sia, anche se in questa pillola di vita quotidiana si evince quanto sia facile imbattersi in un dialogo come questo, fatto senza pensare a chi potenzialmente potresti avere davanti, a chi potresti ferire principalmente.

Non vi dirò nulla dell’ uomo che stava intavolando con altre due signore questo discorso, dirò solo che è un esercente, e forse proprio il fatto che sia un esercente mi ha irritata, perché la stessa bestialità che hai detto a me con sguardo serafico, chissà a quante persone l’hai ripetuta oggi.

In questo dialogo l’esercente e le due signore annuenti convenivano sul fatto che la sola famiglia che concepiscono è la “famiglia tradizionale” con qualche pittoresco e offensivo commento, ho cercato di mordermi la lingua, ma raramente riesco a starmene zitta quindi faccio presente che la famiglia è un insieme di persone che si vogliono bene, ma con scarsi risultati, quindi ho pagato e me ne sono tornata in ufficio.

Sono incazzata (indignata che è più fine l’ho messo nel titolo) però, quanta ignoranza c’è dietro tutte quelle facce da perbenista che ci sono in giro? Fate dei commenti pessimi celati da false buone maniere così nessuno può dirvi che siete trogloditi.

E invece lo siete perché prima di tutto viene il rispetto per le persone, in quanto persona ed essere umano come te e come me.

Quindi cari amici prima di abbandonarvi a certe esternazioni accertatevi che nel vostro esercizio non siano presenti quelli che voi chiamate “quelli diversi” o “amici di quelli diversi” , perché potreste ferire, offendere o semplicemente rovinare la giornata di qualcuno solo per blaterare stereotipi a caso e far prendere aria alla bocca, e allora caro esercente, siccome non conosci chi hai davanti smettila di fare certe uscite davanti ai clienti.

Ovviamente questo è un banalissimo esempio di quello che siamo abituati a sentire ogni giorno stando a contatto con altre persone. Ma perché tutti quanti non proviamo a contare fino a 10 prima di parlare?

Prima ancora che tu sia certo di poter dire cosa è in modo assoluto giusto o sbagliato ricordati di aver rispetto per i tuoi interlocutori, tutti e sempre allo stesso modo.

Per chi se lo chiedesse, potevo farmi gli affari miei, anche sul momento, ma ho un brutto difetto: raramente riesco a contare fino a dieci e quando qualcosa non mi piace lo dico.

E sono sincera non sempre penso che sia un difetto.

In amore non c’è giusto o sbagliato, c’è solo amore.❤️🌈

caro diario

Momenti no.

Ci sono, non sono in vacanza, non sono scappata su un’isola deserta a fare l’eremita (anche se lo vorrei tanto) è solo un periodo difficile da affrontare.

Vorrei dire anche di essere piena di idee e di progetti, ma mentirei oggi come oggi, nonostante questo ho pensato di scrivere, forse questo senso di pesantezza sparirà condividendolo con qualcuno.

Ho qualche problema con il lavoro, quello che faccio per vivere, ma non ho nessuna intenzione di entrare nello specifico o di dare troppa importanza a chi non ne merita affatto, mi ritrovo però in una situazione, non nuova per me, di giramenti di coglioni e nervoso costante.

Dico non nuova perché mia madre, lo sottolineerebbe, e lo fa puntualmente, riassumendo il tutto con un “dopo un po’ ti stufi”, ma posso giurare che non è così, ci sono sempre altre dinamiche dettate dal rapporto con le persone e spesso io non piaccio alle persone. (Si sono calimero e sono giustificata dal pre-ciclo)

Il tutto correlato da una sfumatura d’ ansia che riesco poco a controllare.

Ai problemi lavorativi aggiungo il problema al polso destro, che mi sono auto creata per uno scatto d’ira (Si, lo so non va bene, ma sono quel poco stressata), dopo 15 giorni non sono ancora in grado di prendere una penna in mano e scrivere, il che mi manca da morire, perché sono una da “ispirazione con la penna in mano”.

E sono anche un po’ preoccupata di conseguenza.

Allo stesso tempo mi sento in colpa perché sto così, perché tolti questi due aspetti la mia vita va benissimo, sono super fortunata, ho al mio fianco un uomo stupendo che mi sopporta 😉 e che vuole condividere la sua vita con me, ma sono umana e a volte la tristezza mi schiaccia.

Forse sto scrivendo questo post solo per fare pace con il mio cervello.

Comunque domani vado a farmi ri-vedere la mano e tornerò con nuova grinta, sono fatta così.

Nel frattempo ho fatto qualche scatto per tirami un po’ su.